Con il conflitto a quali rischi sono esposte le aziende italiane?
Il rischio di attacchi cyber per le aziende e le organizzazioni italiane
La guerra in Ucraina sta causando una serie di preoccupazioni per i risvolti che potrebbe avere in Italia e nel resto del mondo a livello di sicurezza informatica. Occorre però dire che gli attacchi hacker si sono fatti molto più frequenti e con gravi ripercussioni sull’operatività delle organizzazioni colpite ben prima del conflitto iniziato a fine Febbraio. Da oramai un paio di anni infatti, sostanzialmente con l’inizio del covid-19 e il conseguente lavoro in smart working di milioni di lavoratori, organizzazioni di cyber criminali sfruttano la debolezza delle difese informatiche delle imprese e delle pubbliche amministrazioni, per sferrare i loro attacchi cyber, il più delle volte condotti purtroppo con successo.
Il nostro Paese è stato preso di mira già dall’agosto 2021, con l’attacco alla regione Lazio, che ha segnato l’inizio degli attacchi ransomware a strutture pubbliche e private italiane, ricordiamo tra i più famosi quelli condotti contro Campari, Geox, Enel, Luxottica, Carraro, HoMobile, IGuzzini tanto per citarne qualcuno.
Osservatorio cybersecurity & data protection della School of management del Politecnico di Milano
Dalla ricerca curata dal Politecnico sul 2021 emergono però anche delle indicazioni positive, in particolare viene evidenziato come il 54% delle imprese italiane è stata in grado di trasformare l’emergenza sulla sicurezza informatica in un’opportunità, per rinnovare le proprie infrastrutture IT e per aumentare la sensibilità dei propri dipendenti sul tema della cyber security e della protezione dei dati. In particolare lo scorso anno le spese si sono concentrate prevalentemente sulla gestione dell’emergenza, e dunque le soluzioni per la protezione di ciascun dispositivo connesso alla rete (VPN) e sulle soluzioni che difendono l’infrastruttura da accessi impropri. Anche gli investimenti sul cloud e sull’analisi dei Big Data hanno maggiormente influenzato la gestione della sicurezza nelle medio grandi imprese.
Le PMI vanno sostenute nelle strategie di difesa da attacchi cyber
Purtroppo per quello che riguarda le PMI i dati dell’osservatorio sono molto meno positivi: solo il 22% ha infatti effettuato investimenti in sicurezza nel 2021, il 20% li aveva pianificati ma ha dovuto destinare il budget ad altro a causa dell’emergenza covid-19. Un terzo delle PMI invece non ha risorse finanziarie e organizzative da poter investire sulla sicurezza informatica e addirittura oltre il 25% non è interessato all’argomento cyber security.
Per far fronte all’aggravarsi del contesto generale e al rischio di un inasprimento degli attacchi informatici nei prossimi mesi, ciascuna azienda deve aumentare il proprio livello di sicurezza informatica, per prevenire potenziali minacce ed essere pronta a gestire in modo tempestivo gli effetti di attacchi portati alla propria infrastruttura IT.
Sicuramente la difesa della propria infrastruttura informatica e la protezione dell’integrità dei dati aziendali ha un costo, ma è molto inferiore a quello che potrebbe essere un riscatto e/o di un blocco operativo causato da ransomware come quello subito tante aziende che hanno sottovalutato il rischio cyber; in queste circostanze la prevenzione è infatti la miglior arma di difesa contro i cyber criminali.
La nostra azienda è da anni attenta all’evoluzione della sicurezza informatica delle aziende e ha scelto le migliori soluzioni per proteggere la rete aziendale e i dati in essa contenuti.
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